Al centro della nuova strategia costi dell’energia e ambiente

Roma, 16 ottobre 2012 – Riduzione dei costi energetici, pieno raggiungimento e superamento di tutti gli obiettivi europei in materia ambientale, maggiore sicurezza di approvvigionamento e sviluppo industriale del settore energia.

Sono questi gli obiettivi del documento di strategia energetica che il Ministro dello Sviluppo economico delle Infrastrutture e dei Trasporti Corrado Passera ha presentato oggi al Consiglio dei Ministri. La modernizzazione del settore energia rappresenta un elemento cardine dell’Agenda per la crescitasostenibile del Governo. A oltre vent’anni dall’ultimo Piano Energetico Nazionale, questo documento di programmazione e indirizzo era molto atteso dal settore.

Nel corso delle prossime settimane il Governo si propone di avviare un ampio dibattito pubblico e di confrontarsi apertamente su queste scelte con tutte le parti interessate (a tal proposito, è stata predisposta una consultazione on-line sul sito web del Ministero attiva da oggi), in modo da giungere entro circa due mesi alla definizione di obiettivi, scelte di fondo e azioni prioritarie quanto più possibile condivisi, nell’interesse generale del Paese.

Le azioni proposte nella strategia energetica – che guarda al 2020 come principale orizzonte di riferimento – puntano a far sì che l’energia non rappresenti più per il nostro Paese un fattore strutturale di svantaggio competitivo e di appesantimento del bilancio familiare, tracciando un percorso che consenta al contempo di mantenere e migliorare i nostri già elevati standard ambientali e di sicurezza, grazie a investimenti consistenti attesi nel settore.

La realizzazione della strategia proposta consentirà un’evoluzione graduale ma significativa del sistema ed il superamento degli obiettivi europei 20-20-20, con i seguenti risultati attesi al 2020 (in ipotesi di crescita economica in linea con le ultime previsioni della Commissione Europea):

  • Allineamento dei prezzi all’ingrosso ai livelli europei per tutte le fonti energetiche: elettricità, gas e carburanti.
  • Riduzione di circa 14 miliardi di euro/anno di fattura energetica estera (rispetto ai 62 miliardi attuali), con la riduzione dall’84 al 67% della dipendenza dall’estero, grazie a efficienza energetica, aumento produzione rinnovabili, minore importazione di elettricità e maggiore produzione di risorse nazionali.
  • 180 miliardi di euro di investimenti da qui al 2020, sia nella green e white economy (rinnovabili e efficienza energetica), sia nei settori tradizionali (reti elettriche e gas, rigassificatori, stoccaggi, sviluppo idrocarburi). Si tratta di investimenti privati, in parte supportati da incentivi, e previsti con ritorno economico positivo per il Paese.
  • Riduzione di circa il 19% di emissioni di gas serra, superando gli obiettivi europei per l’Italia pari al 18% di riduzione rispetto alle emissioni del 2005.
  • 20% di incidenza dell’energia rinnovabile sui consumi finali lordi (rispetto al circa 10% del 2010). Sui consumi primari energetici l’incidenza equivale al 23%, mentre si ha una riduzione dall’86 al 76% dei combustibili fossili. Inoltre, ci si attende che le rinnovabili diventino la prima fonte nel settore elettrico, al pari o superando leggermente il gas, rappresentando il circa 36-38% dei consumi (rispetto al 23% del 2010).
  • Riduzione di circa il 24% dei consumi primari rispetto all’andamento inerziale al 2020 (ovvero, -4% rispetto al 2010), superando gli obiettivi europei di -20%, principalmente grazie alle azioni di efficienza energetica.

Questi risultati saranno accompagnati da benefici in termini di crescita economica ed occupazione primariamente per effetto del recupero di competitività nei settori a più elevata incidenza di consumi elettrici e di gas, del risparmio di risorse attualmente utilizzate per l’importazione di combustibili, degli importanti investimenti nel settore energetico e nell’indotto, e del rilancio della ricerca e dell’innovazione nel settore.

Per il raggiungimento di questi risultati la strategia si articola in sette priorità con specifiche misure concrete a supporto avviate o in corso di definizione:

  1. La promozione dell’Efficienza Energetica, strumento ideale per perseguire tutti gli obiettivi sopra menzionati, per la quale si prevede il superamento degli obiettivi europei.
  2. La promozione di un mercato del gas competitivo, integrato con l’Europa e con prezzi ad essa allineati, e con l’opportunità di diventare il principale Hub sud-europeo.
  3. Lo sviluppo sostenibile delle energie rinnovabili, per le quali intendiamo superare gli obiettivi europei (‘20-20-20’), contenendo al contempo l’onere in bolletta.
  4. Lo sviluppo di un mercato elettrico pienamente integrato con quello europeo, efficiente (con prezzi competitivi con l’Europa) e con la graduale integrazione della produzione rinnovabile.
  5. La ristrutturazione del settore della raffinazione e della rete di distribuzione dei carburanti, verso un assetto più sostenibile e con livelli europei di competitività e qualità del servizio.
  6. Lo sviluppo sostenibile della produzione nazionale di idrocarburi, con importanti benefici economici e di occupazione e nel rispetto dei più elevati standard internazionali in termini di sicurezza e tutela ambientale.
  7. La modernizzazione del sistema di governance del settore, con l’obiettivo di rendere più efficaci e più efficienti i nostro processi decisionali.

Le priorità assegnate all’efficienza energetica, alle fonti rinnovabili e all’uso sostenibile di combustibili fossili richiedono la ricerca e lo sviluppo di tecnologie d’avanguardia.

1.    Efficienza energetica

L’efficienza energetica rappresenta la prima priorità della nuova strategia energetica. Al centro delle politiche vi è quindi il lancio di un grande programma che consenta il superamento degli obiettivi europei al 2020 e il perseguimento di una leadership industriale per catturare la forte crescita internazionaleattesa nel settore. In particolare, ci si propone di risparmiare ulteriori20 Mtep di energia primaria al 2020, equivalente ad un risparmio di quasi il25% rispetto allo scenario di riferimento europeo (superando così l’obiettivo del 20%), evitandol’emissione di circa 55 milioni di tonnellate di CO2 l’anno e l’importazione di circa 8 miliardi di euro l’anno di combustibili fossili.
Le potenzialità degli interventi di efficientamento in Italia, molte dei quali con ritorno economico positivo, sono importanti, ma numerose barriere all’adozione – specifiche nei diversi settori di applicazione – ne impediscono la piena realizzazione. Gli sforzi per il raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico saranno quindi orientati al superamento delle barriere all’adozione di tecnologie per l’efficientamento, razionalizzando e rinforzando strumenti ed azioni dedicate a ciascun segmento e settore. In particolare si prevede:

  • Il rafforzamento di standard minimi e normative, in particolare per quanto riguarda l’edilizia ed il settore dei trasporti.
  • L’estensione nel tempo delle detrazioni fiscali, prevalentemente dedicate al settore delle ristrutturazioni civili, che andranno corrette per renderle più efficaci ed efficienti in termini di costo-beneficio.
  • L’introduzione di incentivazione diretta per gli interventi della Pubblica Amministrazione, impossibilitata ad accedere al meccanismo delle detrazioni e che intendiamo svolga un ruolo di esempio e guida per il resto dell’economia.
  • Il rafforzamento degli obiettivi e dei meccanismi dei Certificati Bianchi, prevalentemente dedicati ai settori industriale e dei servizi, marilevanti anche nei trasporti e nel residenziale, che avranno un ruolo fondamentale datele potenzialitàdell’ambito di intervento e l’efficienza di costo che uno strumento di mercato come questo dovrebbe garantire.

Oltre agli strumenti citati sopra, saranno inoltre determinanti alcuni fattori abilitanti quali il rafforzamento del modello ESCO, l’azione dicontrollo e enforcement delle misure, le azioni di comunicazione e sensibilizzazione (per rendere il consumatore finale maggiormente consapevole ed attivo), il miglioramento del sistema di monitoraggio e contabilizzazione dei risultati e il supporto alla ricerca e all’innovazione.Concorrerà inoltre al raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica una tendenza già osservabile dei consumi verso un ruolo di maggiore rilevanza del vettore elettrico, tramite la diffusione di applicazioni quali le pompe di calore per il riscaldamento ed il raffrescamento, della mobilità elettrica su ferro e su gomma, accompagnate dal miglioramento della rete di distribuzione in ottica smart grids.

Infine, il recupero e la valorizzazione dei rifiuti rappresentano un’occasionesignificativa per lo sviluppo sostenibile: rispetto allo smaltimento dei residui in discarica oggi ancora largamente diffuso, il riciclo e, quando non possibile, la termovalorizzazione, rappresentano l’obiettivo primario in questo campo.

L’insieme delle misure descrittevengono stimate in circa 15 miliardi di euro di supporto pubblico cumulato al 2020, in grado di stimolare 50-60 miliardi di euro di investimenti complessivi, con importanti ricadute su un settore industriale in cui si vuole puntare alla leadership internazionale e con un impatto di circa 8 miliardi di euro l’anno di risparmiodi combustibile importato.

2.    Mercato competitivo del gas e Hub sud-europeo

Lo sviluppo di un mercato competitivo ed efficiente del gas e l’opportunità di diventare il principale ‘hub’ sud europeo sono elementichiave per consentire al Paese di recuperare competitività e migliorare il suo profilo di sicurezza. Le scelte di fondo sono mosse dall’esigenza di allineare i prezzi nazionali a quelli dei principali Paesi europei, garantire la sicurezza e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e creare un mercato liquido e competitivo, pienamente integrato con il mercato e la rete europea, consentendo all’Italia di diventare un paese di interscambiocon l’Europa (offrendo anche servizi a valore aggiunto) e di transito dalle fonti di approvvigionamento del Sud/Sud-Est.

Gli obiettivi principali sono quindi: la riduzione del differenziale di prezzo – nel 2011 pari a 5,7 euro/MWh (-20%) – con i mercati nord europei, e l’incrementodel margine di sicurezzadel sistema in situazioni di emergenza.

Per raggiungere tali obiettivi, il quadro normativo, regolatorio e infrastrutturale nazionale dovrà evolvere significativamente. In particolare, gli interventi proposti includono:

  • La promozione del pieno utilizzo dell’esistente capacità di trasporto dall’Europa verso l’Italia, attraverso un’applicazione rapida e rigorosa delle regole definite a livello europeo per la gestione delle congestioni e di allocazione della capacità transfrontaliera. In particolare, si intende promuovere il pieno utilizzo della capacità del gasdotto Transitgas.
  • La promozione della cooperazione tra Stati membri a livello di Regolatori, TSO e Governi al fine di evitare che possano sorgere ostacoli tariffari o di altra natura alla piena integrazione del mercato unico del gas.
  • La realizzazione delleInfrastruttureStrategichedi importazione (soprattutto GNL) e stoccaggio, realizzabili con garanzia di copertura dei costi di investimento a carico del sistema, per assicurare nel medio periodo sufficiente capacità di import e di stoccaggio,anche per operazioni spot.

Queste beneficeranno anche diiter autorizzativi accelerati e verranno selezionate attraverso procedure pubbliche basate su criteri trasparenti di costo-beneficio per il sistema, assicurandosi che i miglioramenti attesi in termini di competitività di prezzo e di sicurezza di approvvigionamento siano ampiamente superiori rispetto agli eventuali costi a carico del sistema; in tal senso si prevedono necessità contenute in termini di nuove infrastrutture (è in corso uno studio per definire in modo puntuale ne necessità addizionali).

  • Il supporto alla realizzazione di altre infrastrutture di importazione e stoccaggionon considerate strategiche, anche in regime di esenzione dall’accesso dei terzi,senza garanzia dei ricavi e contributi finanziari di natura pubblica (in particolare il gasdotto TAP). Queste infrastrutture potranno avere un ruolo chiave nella diversificazione delle fonti e delle rotte di approvvigionamento.
  • La promozione della disponibilità di capacità di contro-flusso virtuale e fisica verso i mercati del Nord e Centro Europa, per sfruttare a pieno la nostra posizione geografica di collegamento dell’Europa con il Mediterraneo.
  • La definizione del regolamento per il mercato a termine, al fine di sviluppare efficacemente la borsa italiana del gas, presupposto essenziale per un mercato efficiente e liquido.
  • La revisione della modalità di allocazione e accesso alla capacità di stoccaggio in maniera non discriminatoria per tutti gli operatori.
  • La separazione proprietaria di SNAM (ormai prossima al completamento), finalizzata a creare un soggetto forte, indipendente e stabile, in grado di sviluppare nuovi investimenti sia in Italia che all’estero e garantire la piena terzietà di accesso.
  • La promozione dell’effettuazione delle gare per la concessione del servizio di distribuzione del gas, in modo da avere un sistema più efficiente e con minori costi.

3.    Sviluppo sostenibile delle energie rinnovabili

Le energie rinnovabili sono un elemento centrale della Strategia Energetica. In questo ambito, le scelte di fondo sono: il superamento dei target di produzione rinnovabile europei 2020, con un più equilibrato bilanciamento tra le diverse fonti; la sostenibilità economica dello sviluppo del settore con un allineamento dei costi di incentivazione ai livelli europei; una preferenza per le tecnologie con maggiori ricadute sulla filiera economica nazionale. In termini di obiettivi quantitativi ci si propone di raggiungere il 20% dei consumi finali lordi al 2020(rispetto all’obiettivo europeo del 17%), pari a circa 25 Mtep di energia finale l’anno, in particolare con un obiettivo pari al 36-38% dei consumi finali nel settore elettrico, al 20% nel settore termico, e al 10% nei trasporti.

In termini di interventi per raggiungere questi obiettivi, ci si propone:

  • Per il settore elettrico, che ha quasi già raggiunto gli obiettivi fissati per il 2020, continuare a sostenere lo sviluppo, contenendo gli oneri per il sistema ed incrementando la capacità di governo del volume e del mix. In questo ambito il Governo ha varato recentemente due decreti ministeriali allocando ulteriori 3,5 miliardi di euro l’anno di incentivi, che portano il totale a circa 12,5 miliardi di euro l’anno, con un impegno complessivo nei 20 anni di ulteriori 70 miliardi di euro che si aggiungeranno ai 170 già impegnati. Gli incentivi unitari vengono ridotti avvicinandosi ai livelli europei, pur rimanendo al di sopra degli altri Paesi, e si sposta il mix verso tecnologie a maggior ricaduta sulla filiera economica del Paese e a maggiore innovazione.Particolare attenzione verrà rivolta alrecupero e alla valorizzazione dei rifiutiche rappresentano un’occasione significativa per lo sviluppo sostenibile.
  • Nel medio-lungo periodo, si prevede lagraduale riduzione degli incentivi (con un previsto annullamento, in particolare nel caso del fotovoltaico)e la completa integrazione con il mercato elettrico e con la rete. Il raggiungimento della grid parity non implica l’abbandono delle politiche di sostegno, ma il ri-orientamento verso strumenti non onerosi per i consumatori elettrici. Grazie al supportoincentivante messo a disposizione e all’atteso raggiungimento della grid parity del fotovoltaico, sono previsti per le rinnovabili elettriche – inclusi i rifacimenti – circa 50-60 miliardi di euro di investimenti cumulati al 2020.
  • Per il settore termico la strategia di sviluppo si basa su una serie di meccanismi specifici dedicati alle diverse categorie d’uso. Per lo stimolo delle rinnovabili di piccola taglia si punta all’introduzione entro fine anno di un ‘Conto Termico’ che incentivi le tecnologie più virtuose, coprendo una quota dei costi di investimento iniziale. L’onere atteso a regime per il sistema è di circa 900 milioni di euro l’anno con copertura sulle tariffe di gas. Per gli interventi di maggiore dimensione rimane il meccanismo di supporto dei Certificati Bianchi, che dovrebbe indirizzare verso la massimizzazione dell’efficacia ed efficienza degli interventi. Particolare attenzione verrà inoltre riservata alle potenzialità del teleriscaldamento e teleraffrescamento, attraverso l’attivazione di un fondo di garanzia. A fronte del sistema di incentivi messo a disposizione sono attesi 15-20 miliardi di euro di investimenti cumulati al 2020, in un settore industriale in cui l’Italia vanta già un’importante presenza.
  • Per quanto riguarda il settore dei trasportilo sviluppo dei biocarburanti è oggetto di ampia discussione a livello internazionale, dati i dubbi sulla effettiva sostenibilità dei biocarburanti ‘tradizionali’, e per questo motivo la direttiva europea in materia sarà rivista nel 2014. La scelta di fondo è quella di una transizione verso la seconda e terza generazione, al momento tuttavia ancora non in grado di sostituire completamente le fonti tradizionali; sarà inoltre importante valutare attentamente le prospettive di sviluppo del biometano di produzione nazionale per l’uso nei trasporti.

L’Italia conferma l’obiettivo al 2020 del 10% di biocarburanti, che in termini di costi per il sistema potrebbe avere un onere di circa 1 miliardo di euro l’anno (stima extra-costi rispetto all’uso di carburanti da combustibili fossili).Al contempo, ci si propone di partecipare attivamente alla revisione della direttivaeuropea, in ottica di promozione della seconda e terza generazione di biocarburanti, lasciando aperta la possibilità di valutazione in ambito europeo di una posticipazione dell’obiettivo nel caso in cui sia necessario più tempo per un adeguato sviluppo di queste tecnologie. Nel breve termine, il Governo ha già adottato alcuni provvedimenti ‘tattici’ per orientare il settore verso la produzione di biocarburanti di seconda generazione (dove vantiamo eccellenze) e per favorire lo sviluppo del sistema nazionale e comunitario lungo la filiera di produzione.

4.    Sviluppo delle infrastrutture e del mercato elettrico

Il mercato elettrico italiano sta attraversando una fase di profonda trasformazione. La strategia in questo settore punta a tre obiettivi principali: allineare prezzi e costi dell’elettricità ai valori europei; assicurare la piena integrazione nel mercato europeo; mantenere e sviluppare un mercato libero e pienamente integrato con la produzione da fonti rinnovabili, eliminando progressivamente tutti gli elementi di distorsione e assorbendo gradualmente la sovraccapacità produttiva attuale.
Per eliminare il differenziale di costo – oltre alle azioni descritte per l’allineamento dei prezzi del gase degli incentivi per le rinnovabili ai livelli europei – si provvederà a:

  • Lo sviluppo della rete elettrica, per ridurre le congestioni e i colli di bottiglia tra zone di mercato ed i vincoli al pieno sfruttamento della capacità produttiva più efficiente.
  • Il contenimento delle inefficienze e distorsioni di mercato. In particolare si attiverà un’attenta revisione delle voci in bolletta negli ‘altri oneri di sistema’ (diversi dalla componente A3, che pesano per circa il 4% sul costo dell’energia elettrica), già cominciata con quella sugli incentivi Cip6 e con le azioni di accelerazione del decommissioning nucleare. Inoltre, un’ulteriore riduzione delle inefficienze del sistema appare possibile spingendo verso una maggiore razionalizzazione della distribuzione dell’elettricità.
  • Una revisione delle agevolazioni a specifici segmenti di clientela. Diverse categorie, in particolare le piccole-medieimpresead elevata incidenza di consumi energetici, risultano infatti svantaggiate dall’attuale sistema.
  • Per cogliere le opportunità derivanti dall’integrazione europea, sarà necessario armonizzare il nostro sistema attuale ed assicurarsi che tutte le scelte future convergano al contesto di regole europeo. In particolare richiederanno un’attenzione strategica:
  • La definizione dei codici di rete europei e della governance del mercato, e in particolare le nuove linee guida per l’allocazione della capacità di trasporto e la gestione delle congestioni trans-frontaliere, anche con la Svizzera.
  • L’armonizzazione delle procedure operative al fine di favorire un efficiente accoppiamento dei mercati (‘market coupling’). Tra questi assume particolare rilievo la riflessione sul mantenimento o meno del prezzo unico nazionale (PUN), che costituisce un elemento di difformità rispetto agli altri mercati europei.
  • L’incremento della capacità di interconnessione trans-frontaliera.

Ci aspettiamo che l’integrazione con il mercato unico possa rappresentare un’opportunità importante per il parco di generazione italiano – soprattutto se le azioni di allineamento dei costi del gas avranno pieno effetto – per poteresportare energia (o importarne meno) e servizi di dispacciamento verso i mercati europei, alleviando il problema di sovraccapacità produttiva del sistema.

Per integrare al meglio la crescente capacità di generazione distribuita rinnovabile sempre più sviluppata, sarà necessario affrontare sia le problematiche dovute all’eccesso di produzione, sia quelle di sicurezza del sistema in un mercato in cui il parco termoelettrico viene progressivamente ‘spiazzato’. In particolare, la potenziale sovra-produzione a livello locale o nazionale sarà gestita:

  • In maniera preventiva, con effetto sui nuovi impianti, identificando le aree critiche, limitando la potenza incentivabile in quelle aree, e adottando specifiche prescrizioni in termini di prestazione.
  • Nel breve, tramite una razionalizzazione di distacchidi importazioni e/o di produzione rinnovabile in caso di ‘overflow’.
  • Nel medio periodo, rafforzando le linee di trasportoe distribuzione tra le diverse aree.
  • Nel lungo periodo, a fronte di uno sviluppo sempre maggiore di produzione rinnovabile distribuita, rinforzando lo sviluppo di sistemi di controllo evoluti della distribuzione (smart grid) e la capacità di accumulo, sia tramite un maggior ricorso ai sistemi di pompaggio che tramite l’adozione di sistemi a batterie.

Per quanto riguarda la garanzia dell’adeguatezza e sicurezza del servizio in presenza di scarsa programmabilità e rapidi cambiamenti della produzione:

  • Nell’attuale contesto di sovraccapacità, l’operatore di rete sarà in grado di assicurare la continuità con gli esistenti meccanismi di remunerazionedei servizi (in particolare, il Mercato dei Servizi di Dispacciamento). In questo ambito, come detto, appare anche come un’opportunità quella di esportare servizi di dispacciamento per i sistemi elettrici europei interconnessi.
  • Nel medio-lungo periodo, un meccanismo di remunerazione della capacità ben calibrato e stabile si potrebbe rendere opportuno per assicurare i margini di riserva necessari. Il meccanismo, laddove la situazione di sovraccapacità dovesse rientrare, sarà basato su aste che avranno l’obiettivo di minimizzare i costi totali del sistema e dovrà essere allineato alle linee guida europee in fase di preparazione.

5.    Ristrutturazione del settore della raffinazione e della rete di distribuzione dei carburanti

La raffinazione e la distribuzione di carburanti sono settori di grande rilevanza per il Paese, che attraversano un periodo di forti cambiamenti e di difficoltà. Gli obiettivi della SEN in queste aree si propongono di accompagnare il settore della raffinazione verso una progressiva ristrutturazione e ammodernamento, e di contenere i prezzi dei prodotti petroliferi e migliorare la qualità del serviziodella distribuzione per i consumatori.

Per quanto riguarda la ristrutturazione del settore della raffinazione, si è già introdotto o si prevede di introdurre:

  • Il riconoscimento della strategicità delle raffinerie e dei depositi maggiori e l’introduzione di procedure semplificate per la riconversione degli impianti di raffinazione.
  • La promozione di un piano di ristrutturazione del settore, con la previsione di investimenti miranti a razionalizzare e ammodernare i cicli produttivi, orientando il settore verso prodotti di migliore qualità.
  • L’introduzione di una ‘green label’ in ambito comunitario per allineare gli standard ambientali e le condizioni competitivedelle produzioni extra-UE.
  • Sarà inoltre emanato entro l’anno il decreto legislativo relativoal recepimento della direttiva europea sulle scorte obbligatorie di prodotti petroliferi, costituendo l’Organismo centrale di stoccaggio. Si prevede in tale ambitodi realizzare anche  una piattaforma di scambio della logistica, così da far nascere un mercato della capacità di stoccaggio dei prodotti petroliferi.

Per quanto riguarda il settore della distribuzione carburanti, si prevedono interventi per:

  • Incrementare il livello di liberalizzazione del settore. Questo tramite, ad esempio, l’incremento della modalità di rifornimentoself-service, la rimozione di vincoli sulle attività non oil, il miglioramento della comunicazione e della trasparenza dei prezzi.
  • Razionalizzare la rete carburanti e la contrattualistica.Questo tramite, ad esempio, l’implementazione di misure per la chiusura di impianti incompatibili, la progressiva introduzione di nuove forme contrattuali di gestione degli impianti di distribuzione e di modalità di fornitura, la possibilità per i gestori di riscattare l’impianto, e l’incentivazione alla diffusione del metano per autotrazione.
  • Istituire – nell’ambito del recepimento della direttiva sulle scorte – un mercato all’ingrosso dei carburanti.

6.    Sviluppo sostenibile della produzione nazionale di idrocarburi

L’Italia è altamente dipendente dall’importazione di combustibili fossili, con una bilancia commerciale energetica negativa per ben 62 Miliardi di Euro. Allo stesso tempo, il Paese ha a disposizione significative riserve di gas e petrolio, le più importanti in Europa dopo i paesi nordici. In questo contesto è doveroso fare leva anche su queste risorse,dati i benefici anche in termini occupazionali e di crescita economica. D’altra parte, ci si rende conto del potenzialeimpatto ambientale legato alle attività estrattive ed è quindi fondamentale la massima attenzione per prevenire potenziali ricadute negative (peraltro il settore in Italia ha una storia di incidentalità tra le migliori al mondo). In tal senso, il Governo non intende perseguire lo sviluppo di progetti in aree sensibili in mare o in terraferma, ed in particolare quelli di shale gas.

In termini di obiettivi, ci si propone al 2020 di sviluppare l’attuale produzione annuale ritornando sostanzialmente ai livelli degli anni novanta (negli ultimi 10 anni la produzione nazionale è calata sostanzialmente) anche grazie a tecnologie nuove e più sicure. E’ prevista ulteriore produzione pari a circa 24 milioni di boe/anno (barili di olio equivalente) di gas e 57 di olio, portando dal ~7 al ~14% il contributo al fabbisogno energetico totale. Questo consentirà di mobilitare investimenti per circa 15 miliardi di euro, 25.000 nuovi posti di lavoro, ed un risparmio sulla fattura energetica di circa 5 miliardi di euro l’anno.

Per il raggiungimento degli obiettivi descritti sono necessari sia provvedimenti di tipo normativo, che garantiscano il rispetto dei più elevati standard internazionali in termini di sicurezza e tutela ambientale e semplifichino gli iter autorizzativi, sia iniziative di supporto al settore industriale, per favorire l’ulteriore sviluppo di poli tecnologici. In particolare gli interventi di carattere normativo si propongono di:

  • Rafforzare le misure di sicurezza delle operazioni,in particolare attraverso l’implementazione delle misure di sicurezza offshorepreviste dalla proposta di direttiva europea.
  • Adeguare gli iter autorizzativi agli standard europei, in particolare quelli previsti dalla recente proposta del Parlamento europeo, ad esempio adottando un modello di conferimento di un titolo abilitativo unico per esplorazione e produzione e prevedendo un termine ultimo per l’espressione di intese e pareri da parte degli enti locali.
  • Sviluppare le ricadute economico-occupazionali sui territori interessati. In tal senso, una quota delle maggiori entrate per l’estrazione di idrocarburi sarà destinata allo sviluppo di progetti infrastrutturali e occupazionali di crescita dei territori di insediamento degli impianti produttivi e dei territori limitrofi, come introdotto recentemente con il ‘DL Liberalizzazioni’.
  • Fermi restando i limiti di tutela offshore definiti dal Codice Ambiente (recentemente aggiornato), sviluppare la produzione, in particolare quella di gas naturale, conservando margini di sicurezza uguali o superiori a quelli degli altri Paesi UE e mantenendo gli attuali vincoli di sicurezza e di tutela paesaggistica e ambientale.
  • Agli interventi di natura normativa, sarà importante accompagnare iniziative di supporto al rafforzamento dei poli tecnologici/industriali in Emilia Romagna, Lombardia, Abruzzo, Basilicata, Sicilia.

7.    Modernizzazione del sistema di governance del settore

Per realizzare la strategia energetica definita sarà indispensabile rafforzare e coordinare la partecipazione italiana alla cosiddetta fase ascendente dei processi decisionali internazionali (soprattutto europei), migliorare e semplificare il coordinamento ‘orizzontale’ a livello nazionale, e migliorare ilcoordinamento dell’azione tra Stato, Regioni e Enti locali. In particolare:

  • Per quanto riguarda le attività di formazione della legislazione europea si intende rafforzare la qualità e incisività della partecipazione delle Amministrazioni nazionali al processo di elaborazione delle norme comunitarie, rafforzare la consultazione con stakeholder nazionali in modo da avere posizioni consolidate nazionali sui temi in discussione, e introdurre un maggior coordinamento con i rappresentanti in europarlamento.
  • Per quanto riguarda il livello nazionale, si ritiene importante rinforzare le forme di consultazione e condivisione preventive su obiettivi e strumenti, riducendo ove possibile la concertazione delle norme secondarie.
  • Per quanto riguarda il rapporto tra Stato, Regioni e Enti locali, si ritiene importante una modifica della Costituzione, per la quale il Governo ha recentemente presentato una proposta di legge, per riportare in capo allo Stato le competenze in materia di energia per quanto riguarda le infrastrutture di rilevanza nazionale; rafforzare il coinvolgimento dei territori nelle scelte che riguardano gli insediamenti energetici, con l’istituto del ‘dibattito pubblico’ informativo, e l’introduzione di forme di coordinamento preventivo con le Regioni, in modo da ridurre incertezze e contenzioso.
  • In merito agli aspetti autorizzativi, si ritengono inoltre importanti: l’identificazione delle infrastrutture strategiche da definire attraverso la SEN, che godranno di procedure amministrative semplificate; l’accorciamento degli iter autorizzativi attraverso il superamento dell’inerzia nell’espressione dell’intesa regionale (come previsto da DL Sviluppo).
  • La formulazione, condivisione e approvazione della Strategia Energetica Nazionale rappresenta un primo passo verso una maggiore trasparenza ed efficacia dei meccanismi di governance.

Ricerca e Sviluppo nel settore dell’Energia

Nel quadro dei nuovi orientamenti del Governo in materia di politica energetica, le priorità assegnate alle fonti rinnovabili, all’uso efficiente dell’energia e all’uso sostenibile dei combustibili fossili richiedono la ricerca e lo sviluppo di tecnologie d’avanguardia.
L’Italia possiede importanti punte di eccellenza internazionale in ambiti specifici. D’altra parte, l’analisi degli indicatori aggregati di input (investimenti) e di output (produzione scientifica e brevettuale) mostra una situazione nazionale della ricerca e innovazione nel settore energetico in sofferenza, a causa principalmente di un chiaro indirizzo sulle priorità di ricerca, di limitate risorse destinate alle attività e dell’elevata frammentazione degli attori e degli ambiti di ricerca.

Le scelte di fondo che guideranno le decisioni in tema di ricerca e sviluppo nel settore dell’energia puntano a superare le criticità sopra evidenziate:

  • Dal punto di vista delle tematiche prioritarie di sviluppo, tenendo anche conto dei programmi europei (SET Plan), per l’Italia si considerano di interesse prioritario:
    • La ricerca sulle tecnologie rinnovabili innovative, in particolare quelle su cui partiamo già da una situazione di forza in cui siamo ben posizionati come Paese, come quelle in ambito solare a concentrazione e dei biocarburanti di seconda generazione.
    • La ricerca sulle reti intelligenti (smart grids), anche per facilitare la generazione distribuita, e sui sistemi di accumulo, anche in ottica di mobilità sostenibile.
    • La ricerca su materiali e soluzioni di efficienza energetica e il loro trasferimento tecnologico.
    • Lo sviluppo di alcuni progettisui metodi di cattura e confinamento della CO2, prevalentemente in un’ottica di partecipazione italiana al programma europeo di azione su questa tecnologia e di possibili azioni di trasferimento tecnologico in aree extra-europee.
  • In termini di risorse a disposizione, sarà importante supportare le attività di ricerca e sviluppo promosse da soggetti privati e pubblici, rafforzando l’entità delle risorse ad accesso competitivo, destinate al partenariato tra università e centri di ricerca. In tale direzione vanno ad esempio le misure diagevolazione fiscale introdotte nel recente DL ‘Sviluppo’, il Fondo Rotativo Kyoto il Fondo per la ricerca di sistema del settore elettrico e il Fondo per lo Sviluppo Tecnologico e Industriale in materia di fonti rinnovabili ed efficienza energetica.
  • Dal punto di vista dell’organizzazione dell’intervento pubblico, sarà necessario superare l’attualesegmentazione delle iniziative affidate ai vari Enti e Ministeri (come anche avviato nella recente Legge di Stabilità).E’ inoltre previsto il riordino dell’ENEA, con l’obiettivo di focalizzare le attività e l’organizzazione dell’ente sulle aree di ricerca prioritarie per la Strategia Energetica del Paese, e razionalizzare le potenziali sovrapposizioni con altri enti pubblici.

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A partire da oggi e per un mese il documento di consultazione pubblica è disponibile sul sito web del Ministero dello Sviluppo Economico con la possibilità di inviare osservazioni e commenti.  In parallelo saranno avviate consultazioni formali con le principali Istituzioni interessate (in particolare le Commissioni Parlamentari competenti) e incontri con parti sociali e associazioni di categoria. Al termine della consultazione verrà svolta una conferenza pubblica per condividere i risultati e tracciare gli elementi del percorso attuativo. Seguirà l’approvazione del documento finale.Al centro della nuova strategia costi dell’energia e ambiente

Roma, 16 ottobre 2012 – Riduzione dei costi energetici, pieno raggiungimento e superamento di tutti gli obiettivi europei in materia ambientale, maggiore sicurezza di approvvigionamento e sviluppo industriale del settore energia.

Sono questi gli obiettivi del documento di strategia energetica che il Ministro dello Sviluppo economico delle Infrastrutture e dei Trasporti Corrado Passera ha presentato oggi al Consiglio dei Ministri. La modernizzazione del settore energia rappresenta un elemento cardine dell’Agenda per la crescitasostenibile del Governo. A oltre vent’anni dall’ultimo Piano Energetico Nazionale, questo documento di programmazione e indirizzo era molto atteso dal settore.

Nel corso delle prossime settimane il Governo si propone di avviare un ampio dibattito pubblico e di confrontarsi apertamente su queste scelte con tutte le parti interessate (a tal proposito, è stata predisposta una consultazione on-line sul sito web del Ministero attiva da oggi), in modo da giungere entro circa due mesi alla definizione di obiettivi, scelte di fondo e azioni prioritarie quanto più possibile condivisi, nell’interesse generale del Paese.

Le azioni proposte nella strategia energetica – che guarda al 2020 come principale orizzonte di riferimento – puntano a far sì che l’energia non rappresenti più per il nostro Paese un fattore strutturale di svantaggio competitivo e di appesantimento del bilancio familiare, tracciando un percorso che consenta al contempo di mantenere e migliorare i nostri già elevati standard ambientali e di sicurezza, grazie a investimenti consistenti attesi nel settore.

La realizzazione della strategia proposta consentirà un’evoluzione graduale ma significativa del sistema ed il superamento degli obiettivi europei 20-20-20, con i seguenti risultati attesi al 2020 (in ipotesi di crescita economica in linea con le ultime previsioni della Commissione Europea):

  • Allineamento dei prezzi all’ingrosso ai livelli europei per tutte le fonti energetiche: elettricità, gas e carburanti.
  • Riduzione di circa 14 miliardi di euro/anno di fattura energetica estera (rispetto ai 62 miliardi attuali), con la riduzione dall’84 al 67% della dipendenza dall’estero, grazie a efficienza energetica, aumento produzione rinnovabili, minore importazione di elettricità e maggiore produzione di risorse nazionali.
  • 180 miliardi di euro di investimenti da qui al 2020, sia nella green e white economy (rinnovabili e efficienza energetica), sia nei settori tradizionali (reti elettriche e gas, rigassificatori, stoccaggi, sviluppo idrocarburi). Si tratta di investimenti privati, in parte supportati da incentivi, e previsti con ritorno economico positivo per il Paese.
  • Riduzione di circa il 19% di emissioni di gas serra, superando gli obiettivi europei per l’Italia pari al 18% di riduzione rispetto alle emissioni del 2005.
  • 20% di incidenza dell’energia rinnovabile sui consumi finali lordi (rispetto al circa 10% del 2010). Sui consumi primari energetici l’incidenza equivale al 23%, mentre si ha una riduzione dall’86 al 76% dei combustibili fossili. Inoltre, ci si attende che le rinnovabili diventino la prima fonte nel settore elettrico, al pari o superando leggermente il gas, rappresentando il circa 36-38% dei consumi (rispetto al 23% del 2010).
  • Riduzione di circa il 24% dei consumi primari rispetto all’andamento inerziale al 2020 (ovvero, -4% rispetto al 2010), superando gli obiettivi europei di -20%, principalmente grazie alle azioni di efficienza energetica.

Questi risultati saranno accompagnati da benefici in termini di crescita economica ed occupazione primariamente per effetto del recupero di competitività nei settori a più elevata incidenza di consumi elettrici e di gas, del risparmio di risorse attualmente utilizzate per l’importazione di combustibili, degli importanti investimenti nel settore energetico e nell’indotto, e del rilancio della ricerca e dell’innovazione nel settore.

Per il raggiungimento di questi risultati la strategia si articola in sette priorità con specifiche misure concrete a supporto avviate o in corso di definizione:

  1. La promozione dell’Efficienza Energetica, strumento ideale per perseguire tutti gli obiettivi sopra menzionati, per la quale si prevede il superamento degli obiettivi europei.
  2. La promozione di un mercato del gas competitivo, integrato con l’Europa e con prezzi ad essa allineati, e con l’opportunità di diventare il principale Hub sud-europeo.
  3. Lo sviluppo sostenibile delle energie rinnovabili, per le quali intendiamo superare gli obiettivi europei (‘20-20-20’), contenendo al contempo l’onere in bolletta.
  4. Lo sviluppo di un mercato elettrico pienamente integrato con quello europeo, efficiente (con prezzi competitivi con l’Europa) e con la graduale integrazione della produzione rinnovabile.
  5. La ristrutturazione del settore della raffinazione e della rete di distribuzione dei carburanti, verso un assetto più sostenibile e con livelli europei di competitività e qualità del servizio.
  6. Lo sviluppo sostenibile della produzione nazionale di idrocarburi, con importanti benefici economici e di occupazione e nel rispetto dei più elevati standard internazionali in termini di sicurezza e tutela ambientale.
  7. La modernizzazione del sistema di governance del settore, con l’obiettivo di rendere più efficaci e più efficienti i nostro processi decisionali.

Le priorità assegnate all’efficienza energetica, alle fonti rinnovabili e all’uso sostenibile di combustibili fossili richiedono la ricerca e lo sviluppo di tecnologie d’avanguardia.

1.    Efficienza energetica

L’efficienza energetica rappresenta la prima priorità della nuova strategia energetica. Al centro delle politiche vi è quindi il lancio di un grande programma che consenta il superamento degli obiettivi europei al 2020 e il perseguimento di una leadership industriale per catturare la forte crescita internazionaleattesa nel settore. In particolare, ci si propone di risparmiare ulteriori20 Mtep di energia primaria al 2020, equivalente ad un risparmio di quasi il25% rispetto allo scenario di riferimento europeo (superando così l’obiettivo del 20%), evitandol’emissione di circa 55 milioni di tonnellate di CO2 l’anno e l’importazione di circa 8 miliardi di euro l’anno di combustibili fossili.
Le potenzialità degli interventi di efficientamento in Italia, molte dei quali con ritorno economico positivo, sono importanti, ma numerose barriere all’adozione – specifiche nei diversi settori di applicazione – ne impediscono la piena realizzazione. Gli sforzi per il raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico saranno quindi orientati al superamento delle barriere all’adozione di tecnologie per l’efficientamento, razionalizzando e rinforzando strumenti ed azioni dedicate a ciascun segmento e settore. In particolare si prevede:

  • Il rafforzamento di standard minimi e normative, in particolare per quanto riguarda l’edilizia ed il settore dei trasporti.
  • L’estensione nel tempo delle detrazioni fiscali, prevalentemente dedicate al settore delle ristrutturazioni civili, che andranno corrette per renderle più efficaci ed efficienti in termini di costo-beneficio.
  • L’introduzione di incentivazione diretta per gli interventi della Pubblica Amministrazione, impossibilitata ad accedere al meccanismo delle detrazioni e che intendiamo svolga un ruolo di esempio e guida per il resto dell’economia.
  • Il rafforzamento degli obiettivi e dei meccanismi dei Certificati Bianchi, prevalentemente dedicati ai settori industriale e dei servizi, marilevanti anche nei trasporti e nel residenziale, che avranno un ruolo fondamentale datele potenzialitàdell’ambito di intervento e l’efficienza di costo che uno strumento di mercato come questo dovrebbe garantire.

Oltre agli strumenti citati sopra, saranno inoltre determinanti alcuni fattori abilitanti quali il rafforzamento del modello ESCO, l’azione dicontrollo e enforcement delle misure, le azioni di comunicazione e sensibilizzazione (per rendere il consumatore finale maggiormente consapevole ed attivo), il miglioramento del sistema di monitoraggio e contabilizzazione dei risultati e il supporto alla ricerca e all’innovazione.Concorrerà inoltre al raggiungimento degli obiettivi di efficienza energetica una tendenza già osservabile dei consumi verso un ruolo di maggiore rilevanza del vettore elettrico, tramite la diffusione di applicazioni quali le pompe di calore per il riscaldamento ed il raffrescamento, della mobilità elettrica su ferro e su gomma, accompagnate dal miglioramento della rete di distribuzione in ottica smart grids.

Infine, il recupero e la valorizzazione dei rifiuti rappresentano un’occasionesignificativa per lo sviluppo sostenibile: rispetto allo smaltimento dei residui in discarica oggi ancora largamente diffuso, il riciclo e, quando non possibile, la termovalorizzazione, rappresentano l’obiettivo primario in questo campo.

L’insieme delle misure descrittevengono stimate in circa 15 miliardi di euro di supporto pubblico cumulato al 2020, in grado di stimolare 50-60 miliardi di euro di investimenti complessivi, con importanti ricadute su un settore industriale in cui si vuole puntare alla leadership internazionale e con un impatto di circa 8 miliardi di euro l’anno di risparmiodi combustibile importato.

2.    Mercato competitivo del gas e Hub sud-europeo

Lo sviluppo di un mercato competitivo ed efficiente del gas e l’opportunità di diventare il principale ‘hub’ sud europeo sono elementichiave per consentire al Paese di recuperare competitività e migliorare il suo profilo di sicurezza. Le scelte di fondo sono mosse dall’esigenza di allineare i prezzi nazionali a quelli dei principali Paesi europei, garantire la sicurezza e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e creare un mercato liquido e competitivo, pienamente integrato con il mercato e la rete europea, consentendo all’Italia di diventare un paese di interscambiocon l’Europa (offrendo anche servizi a valore aggiunto) e di transito dalle fonti di approvvigionamento del Sud/Sud-Est.

Gli obiettivi principali sono quindi: la riduzione del differenziale di prezzo – nel 2011 pari a 5,7 euro/MWh (-20%) – con i mercati nord europei, e l’incrementodel margine di sicurezzadel sistema in situazioni di emergenza.

Per raggiungere tali obiettivi, il quadro normativo, regolatorio e infrastrutturale nazionale dovrà evolvere significativamente. In particolare, gli interventi proposti includono:

  • La promozione del pieno utilizzo dell’esistente capacità di trasporto dall’Europa verso l’Italia, attraverso un’applicazione rapida e rigorosa delle regole definite a livello europeo per la gestione delle congestioni e di allocazione della capacità transfrontaliera. In particolare, si intende promuovere il pieno utilizzo della capacità del gasdotto Transitgas.
  • La promozione della cooperazione tra Stati membri a livello di Regolatori, TSO e Governi al fine di evitare che possano sorgere ostacoli tariffari o di altra natura alla piena integrazione del mercato unico del gas.
  • La realizzazione delleInfrastruttureStrategichedi importazione (soprattutto GNL) e stoccaggio, realizzabili con garanzia di copertura dei costi di investimento a carico del sistema, per assicurare nel medio periodo sufficiente capacità di import e di stoccaggio,anche per operazioni spot.

Queste beneficeranno anche diiter autorizzativi accelerati e verranno selezionate attraverso procedure pubbliche basate su criteri trasparenti di costo-beneficio per il sistema, assicurandosi che i miglioramenti attesi in termini di competitività di prezzo e di sicurezza di approvvigionamento siano ampiamente superiori rispetto agli eventuali costi a carico del sistema; in tal senso si prevedono necessità contenute in termini di nuove infrastrutture (è in corso uno studio per definire in modo puntuale ne necessità addizionali).

  • Il supporto alla realizzazione di altre infrastrutture di importazione e stoccaggionon considerate strategiche, anche in regime di esenzione dall’accesso dei terzi,senza garanzia dei ricavi e contributi finanziari di natura pubblica (in particolare il gasdotto TAP). Queste infrastrutture potranno avere un ruolo chiave nella diversificazione delle fonti e delle rotte di approvvigionamento.
  • La promozione della disponibilità di capacità di contro-flusso virtuale e fisica verso i mercati del Nord e Centro Europa, per sfruttare a pieno la nostra posizione geografica di collegamento dell’Europa con il Mediterraneo.
  • La definizione del regolamento per il mercato a termine, al fine di sviluppare efficacemente la borsa italiana del gas, presupposto essenziale per un mercato efficiente e liquido.
  • La revisione della modalità di allocazione e accesso alla capacità di stoccaggio in maniera non discriminatoria per tutti gli operatori.
  • La separazione proprietaria di SNAM (ormai prossima al completamento), finalizzata a creare un soggetto forte, indipendente e stabile, in grado di sviluppare nuovi investimenti sia in Italia che all’estero e garantire la piena terzietà di accesso.
  • La promozione dell’effettuazione delle gare per la concessione del servizio di distribuzione del gas, in modo da avere un sistema più efficiente e con minori costi.

3.    Sviluppo sostenibile delle energie rinnovabili

Le energie rinnovabili sono un elemento centrale della Strategia Energetica. In questo ambito, le scelte di fondo sono: il superamento dei target di produzione rinnovabile europei 2020, con un più equilibrato bilanciamento tra le diverse fonti; la sostenibilità economica dello sviluppo del settore con un allineamento dei costi di incentivazione ai livelli europei; una preferenza per le tecnologie con maggiori ricadute sulla filiera economica nazionale. In termini di obiettivi quantitativi ci si propone di raggiungere il 20% dei consumi finali lordi al 2020(rispetto all’obiettivo europeo del 17%), pari a circa 25 Mtep di energia finale l’anno, in particolare con un obiettivo pari al 36-38% dei consumi finali nel settore elettrico, al 20% nel settore termico, e al 10% nei trasporti.

In termini di interventi per raggiungere questi obiettivi, ci si propone:

  • Per il settore elettrico, che ha quasi già raggiunto gli obiettivi fissati per il 2020, continuare a sostenere lo sviluppo, contenendo gli oneri per il sistema ed incrementando la capacità di governo del volume e del mix. In questo ambito il Governo ha varato recentemente due decreti ministeriali allocando ulteriori 3,5 miliardi di euro l’anno di incentivi, che portano il totale a circa 12,5 miliardi di euro l’anno, con un impegno complessivo nei 20 anni di ulteriori 70 miliardi di euro che si aggiungeranno ai 170 già impegnati. Gli incentivi unitari vengono ridotti avvicinandosi ai livelli europei, pur rimanendo al di sopra degli altri Paesi, e si sposta il mix verso tecnologie a maggior ricaduta sulla filiera economica del Paese e a maggiore innovazione.Particolare attenzione verrà rivolta alrecupero e alla valorizzazione dei rifiutiche rappresentano un’occasione significativa per lo sviluppo sostenibile.
  • Nel medio-lungo periodo, si prevede lagraduale riduzione degli incentivi (con un previsto annullamento, in particolare nel caso del fotovoltaico)e la completa integrazione con il mercato elettrico e con la rete. Il raggiungimento della grid parity non implica l’abbandono delle politiche di sostegno, ma il ri-orientamento verso strumenti non onerosi per i consumatori elettrici. Grazie al supportoincentivante messo a disposizione e all’atteso raggiungimento della grid parity del fotovoltaico, sono previsti per le rinnovabili elettriche – inclusi i rifacimenti – circa 50-60 miliardi di euro di investimenti cumulati al 2020.
  • Per il settore termico la strategia di sviluppo si basa su una serie di meccanismi specifici dedicati alle diverse categorie d’uso. Per lo stimolo delle rinnovabili di piccola taglia si punta all’introduzione entro fine anno di un ‘Conto Termico’ che incentivi le tecnologie più virtuose, coprendo una quota dei costi di investimento iniziale. L’onere atteso a regime per il sistema è di circa 900 milioni di euro l’anno con copertura sulle tariffe di gas. Per gli interventi di maggiore dimensione rimane il meccanismo di supporto dei Certificati Bianchi, che dovrebbe indirizzare verso la massimizzazione dell’efficacia ed efficienza degli interventi. Particolare attenzione verrà inoltre riservata alle potenzialità del teleriscaldamento e teleraffrescamento, attraverso l’attivazione di un fondo di garanzia. A fronte del sistema di incentivi messo a disposizione sono attesi 15-20 miliardi di euro di investimenti cumulati al 2020, in un settore industriale in cui l’Italia vanta già un’importante presenza.
  • Per quanto riguarda il settore dei trasportilo sviluppo dei biocarburanti è oggetto di ampia discussione a livello internazionale, dati i dubbi sulla effettiva sostenibilità dei biocarburanti ‘tradizionali’, e per questo motivo la direttiva europea in materia sarà rivista nel 2014. La scelta di fondo è quella di una transizione verso la seconda e terza generazione, al momento tuttavia ancora non in grado di sostituire completamente le fonti tradizionali; sarà inoltre importante valutare attentamente le prospettive di sviluppo del biometano di produzione nazionale per l’uso nei trasporti.

L’Italia conferma l’obiettivo al 2020 del 10% di biocarburanti, che in termini di costi per il sistema potrebbe avere un onere di circa 1 miliardo di euro l’anno (stima extra-costi rispetto all’uso di carburanti da combustibili fossili).Al contempo, ci si propone di partecipare attivamente alla revisione della direttivaeuropea, in ottica di promozione della seconda e terza generazione di biocarburanti, lasciando aperta la possibilità di valutazione in ambito europeo di una posticipazione dell’obiettivo nel caso in cui sia necessario più tempo per un adeguato sviluppo di queste tecnologie. Nel breve termine, il Governo ha già adottato alcuni provvedimenti ‘tattici’ per orientare il settore verso la produzione di biocarburanti di seconda generazione (dove vantiamo eccellenze) e per favorire lo sviluppo del sistema nazionale e comunitario lungo la filiera di produzione.

4.    Sviluppo delle infrastrutture e del mercato elettrico

Il mercato elettrico italiano sta attraversando una fase di profonda trasformazione. La strategia in questo settore punta a tre obiettivi principali: allineare prezzi e costi dell’elettricità ai valori europei; assicurare la piena integrazione nel mercato europeo; mantenere e sviluppare un mercato libero e pienamente integrato con la produzione da fonti rinnovabili, eliminando progressivamente tutti gli elementi di distorsione e assorbendo gradualmente la sovraccapacità produttiva attuale.
Per eliminare il differenziale di costo – oltre alle azioni descritte per l’allineamento dei prezzi del gase degli incentivi per le rinnovabili ai livelli europei – si provvederà a:

  • Lo sviluppo della rete elettrica, per ridurre le congestioni e i colli di bottiglia tra zone di mercato ed i vincoli al pieno sfruttamento della capacità produttiva più efficiente.
  • Il contenimento delle inefficienze e distorsioni di mercato. In particolare si attiverà un’attenta revisione delle voci in bolletta negli ‘altri oneri di sistema’ (diversi dalla componente A3, che pesano per circa il 4% sul costo dell’energia elettrica), già cominciata con quella sugli incentivi Cip6 e con le azioni di accelerazione del decommissioning nucleare. Inoltre, un’ulteriore riduzione delle inefficienze del sistema appare possibile spingendo verso una maggiore razionalizzazione della distribuzione dell’elettricità.
  • Una revisione delle agevolazioni a specifici segmenti di clientela. Diverse categorie, in particolare le piccole-medieimpresead elevata incidenza di consumi energetici, risultano infatti svantaggiate dall’attuale sistema.
  • Per cogliere le opportunità derivanti dall’integrazione europea, sarà necessario armonizzare il nostro sistema attuale ed assicurarsi che tutte le scelte future convergano al contesto di regole europeo. In particolare richiederanno un’attenzione strategica:
  • La definizione dei codici di rete europei e della governance del mercato, e in particolare le nuove linee guida per l’allocazione della capacità di trasporto e la gestione delle congestioni trans-frontaliere, anche con la Svizzera.
  • L’armonizzazione delle procedure operative al fine di favorire un efficiente accoppiamento dei mercati (‘market coupling’). Tra questi assume particolare rilievo la riflessione sul mantenimento o meno del prezzo unico nazionale (PUN), che costituisce un elemento di difformità rispetto agli altri mercati europei.
  • L’incremento della capacità di interconnessione trans-frontaliera.

Ci aspettiamo che l’integrazione con il mercato unico possa rappresentare un’opportunità importante per il parco di generazione italiano – soprattutto se le azioni di allineamento dei costi del gas avranno pieno effetto – per poteresportare energia (o importarne meno) e servizi di dispacciamento verso i mercati europei, alleviando il problema di sovraccapacità produttiva del sistema.

Per integrare al meglio la crescente capacità di generazione distribuita rinnovabile sempre più sviluppata, sarà necessario affrontare sia le problematiche dovute all’eccesso di produzione, sia quelle di sicurezza del sistema in un mercato in cui il parco termoelettrico viene progressivamente ‘spiazzato’. In particolare, la potenziale sovra-produzione a livello locale o nazionale sarà gestita:

  • In maniera preventiva, con effetto sui nuovi impianti, identificando le aree critiche, limitando la potenza incentivabile in quelle aree, e adottando specifiche prescrizioni in termini di prestazione.
  • Nel breve, tramite una razionalizzazione di distacchidi importazioni e/o di produzione rinnovabile in caso di ‘overflow’.
  • Nel medio periodo, rafforzando le linee di trasportoe distribuzione tra le diverse aree.
  • Nel lungo periodo, a fronte di uno sviluppo sempre maggiore di produzione rinnovabile distribuita, rinforzando lo sviluppo di sistemi di controllo evoluti della distribuzione (smart grid) e la capacità di accumulo, sia tramite un maggior ricorso ai sistemi di pompaggio che tramite l’adozione di sistemi a batterie.

Per quanto riguarda la garanzia dell’adeguatezza e sicurezza del servizio in presenza di scarsa programmabilità e rapidi cambiamenti della produzione:

  • Nell’attuale contesto di sovraccapacità, l’operatore di rete sarà in grado di assicurare la continuità con gli esistenti meccanismi di remunerazionedei servizi (in particolare, il Mercato dei Servizi di Dispacciamento). In questo ambito, come detto, appare anche come un’opportunità quella di esportare servizi di dispacciamento per i sistemi elettrici europei interconnessi.
  • Nel medio-lungo periodo, un meccanismo di remunerazione della capacità ben calibrato e stabile si potrebbe rendere opportuno per assicurare i margini di riserva necessari. Il meccanismo, laddove la situazione di sovraccapacità dovesse rientrare, sarà basato su aste che avranno l’obiettivo di minimizzare i costi totali del sistema e dovrà essere allineato alle linee guida europee in fase di preparazione.

5.    Ristrutturazione del settore della raffinazione e della rete di distribuzione dei carburanti

La raffinazione e la distribuzione di carburanti sono settori di grande rilevanza per il Paese, che attraversano un periodo di forti cambiamenti e di difficoltà. Gli obiettivi della SEN in queste aree si propongono di accompagnare il settore della raffinazione verso una progressiva ristrutturazione e ammodernamento, e di contenere i prezzi dei prodotti petroliferi e migliorare la qualità del serviziodella distribuzione per i consumatori.

Per quanto riguarda la ristrutturazione del settore della raffinazione, si è già introdotto o si prevede di introdurre:

  • Il riconoscimento della strategicità delle raffinerie e dei depositi maggiori e l’introduzione di procedure semplificate per la riconversione degli impianti di raffinazione.
  • La promozione di un piano di ristrutturazione del settore, con la previsione di investimenti miranti a razionalizzare e ammodernare i cicli produttivi, orientando il settore verso prodotti di migliore qualità.
  • L’introduzione di una ‘green label’ in ambito comunitario per allineare gli standard ambientali e le condizioni competitivedelle produzioni extra-UE.
  • Sarà inoltre emanato entro l’anno il decreto legislativo relativoal recepimento della direttiva europea sulle scorte obbligatorie di prodotti petroliferi, costituendo l’Organismo centrale di stoccaggio. Si prevede in tale ambitodi realizzare anche  una piattaforma di scambio della logistica, così da far nascere un mercato della capacità di stoccaggio dei prodotti petroliferi.

Per quanto riguarda il settore della distribuzione carburanti, si prevedono interventi per:

  • Incrementare il livello di liberalizzazione del settore. Questo tramite, ad esempio, l’incremento della modalità di rifornimentoself-service, la rimozione di vincoli sulle attività non oil, il miglioramento della comunicazione e della trasparenza dei prezzi.
  • Razionalizzare la rete carburanti e la contrattualistica.Questo tramite, ad esempio, l’implementazione di misure per la chiusura di impianti incompatibili, la progressiva introduzione di nuove forme contrattuali di gestione degli impianti di distribuzione e di modalità di fornitura, la possibilità per i gestori di riscattare l’impianto, e l’incentivazione alla diffusione del metano per autotrazione.
  • Istituire – nell’ambito del recepimento della direttiva sulle scorte – un mercato all’ingrosso dei carburanti.

6.    Sviluppo sostenibile della produzione nazionale di idrocarburi

L’Italia è altamente dipendente dall’importazione di combustibili fossili, con una bilancia commerciale energetica negativa per ben 62 Miliardi di Euro. Allo stesso tempo, il Paese ha a disposizione significative riserve di gas e petrolio, le più importanti in Europa dopo i paesi nordici. In questo contesto è doveroso fare leva anche su queste risorse,dati i benefici anche in termini occupazionali e di crescita economica. D’altra parte, ci si rende conto del potenzialeimpatto ambientale legato alle attività estrattive ed è quindi fondamentale la massima attenzione per prevenire potenziali ricadute negative (peraltro il settore in Italia ha una storia di incidentalità tra le migliori al mondo). In tal senso, il Governo non intende perseguire lo sviluppo di progetti in aree sensibili in mare o in terraferma, ed in particolare quelli di shale gas.

In termini di obiettivi, ci si propone al 2020 di sviluppare l’attuale produzione annuale ritornando sostanzialmente ai livelli degli anni novanta (negli ultimi 10 anni la produzione nazionale è calata sostanzialmente) anche grazie a tecnologie nuove e più sicure. E’ prevista ulteriore produzione pari a circa 24 milioni di boe/anno (barili di olio equivalente) di gas e 57 di olio, portando dal ~7 al ~14% il contributo al fabbisogno energetico totale. Questo consentirà di mobilitare investimenti per circa 15 miliardi di euro, 25.000 nuovi posti di lavoro, ed un risparmio sulla fattura energetica di circa 5 miliardi di euro l’anno.

Per il raggiungimento degli obiettivi descritti sono necessari sia provvedimenti di tipo normativo, che garantiscano il rispetto dei più elevati standard internazionali in termini di sicurezza e tutela ambientale e semplifichino gli iter autorizzativi, sia iniziative di supporto al settore industriale, per favorire l’ulteriore sviluppo di poli tecnologici. In particolare gli interventi di carattere normativo si propongono di:

  • Rafforzare le misure di sicurezza delle operazioni,in particolare attraverso l’implementazione delle misure di sicurezza offshorepreviste dalla proposta di direttiva europea.
  • Adeguare gli iter autorizzativi agli standard europei, in particolare quelli previsti dalla recente proposta del Parlamento europeo, ad esempio adottando un modello di conferimento di un titolo abilitativo unico per esplorazione e produzione e prevedendo un termine ultimo per l’espressione di intese e pareri da parte degli enti locali.
  • Sviluppare le ricadute economico-occupazionali sui territori interessati. In tal senso, una quota delle maggiori entrate per l’estrazione di idrocarburi sarà destinata allo sviluppo di progetti infrastrutturali e occupazionali di crescita dei territori di insediamento degli impianti produttivi e dei territori limitrofi, come introdotto recentemente con il ‘DL Liberalizzazioni’.
  • Fermi restando i limiti di tutela offshore definiti dal Codice Ambiente (recentemente aggiornato), sviluppare la produzione, in particolare quella di gas naturale, conservando margini di sicurezza uguali o superiori a quelli degli altri Paesi UE e mantenendo gli attuali vincoli di sicurezza e di tutela paesaggistica e ambientale.
  • Agli interventi di natura normativa, sarà importante accompagnare iniziative di supporto al rafforzamento dei poli tecnologici/industriali in Emilia Romagna, Lombardia, Abruzzo, Basilicata, Sicilia.

7.    Modernizzazione del sistema di governance del settore

Per realizzare la strategia energetica definita sarà indispensabile rafforzare e coordinare la partecipazione italiana alla cosiddetta fase ascendente dei processi decisionali internazionali (soprattutto europei), migliorare e semplificare il coordinamento ‘orizzontale’ a livello nazionale, e migliorare ilcoordinamento dell’azione tra Stato, Regioni e Enti locali. In particolare:

  • Per quanto riguarda le attività di formazione della legislazione europea si intende rafforzare la qualità e incisività della partecipazione delle Amministrazioni nazionali al processo di elaborazione delle norme comunitarie, rafforzare la consultazione con stakeholder nazionali in modo da avere posizioni consolidate nazionali sui temi in discussione, e introdurre un maggior coordinamento con i rappresentanti in europarlamento.
  • Per quanto riguarda il livello nazionale, si ritiene importante rinforzare le forme di consultazione e condivisione preventive su obiettivi e strumenti, riducendo ove possibile la concertazione delle norme secondarie.
  • Per quanto riguarda il rapporto tra Stato, Regioni e Enti locali, si ritiene importante una modifica della Costituzione, per la quale il Governo ha recentemente presentato una proposta di legge, per riportare in capo allo Stato le competenze in materia di energia per quanto riguarda le infrastrutture di rilevanza nazionale; rafforzare il coinvolgimento dei territori nelle scelte che riguardano gli insediamenti energetici, con l’istituto del ‘dibattito pubblico’ informativo, e l’introduzione di forme di coordinamento preventivo con le Regioni, in modo da ridurre incertezze e contenzioso.
  • In merito agli aspetti autorizzativi, si ritengono inoltre importanti: l’identificazione delle infrastrutture strategiche da definire attraverso la SEN, che godranno di procedure amministrative semplificate; l’accorciamento degli iter autorizzativi attraverso il superamento dell’inerzia nell’espressione dell’intesa regionale (come previsto da DL Sviluppo).
  • La formulazione, condivisione e approvazione della Strategia Energetica Nazionale rappresenta un primo passo verso una maggiore trasparenza ed efficacia dei meccanismi di governance.

Ricerca e Sviluppo nel settore dell’Energia

Nel quadro dei nuovi orientamenti del Governo in materia di politica energetica, le priorità assegnate alle fonti rinnovabili, all’uso efficiente dell’energia e all’uso sostenibile dei combustibili fossili richiedono la ricerca e lo sviluppo di tecnologie d’avanguardia.
L’Italia possiede importanti punte di eccellenza internazionale in ambiti specifici. D’altra parte, l’analisi degli indicatori aggregati di input (investimenti) e di output (produzione scientifica e brevettuale) mostra una situazione nazionale della ricerca e innovazione nel settore energetico in sofferenza, a causa principalmente di un chiaro indirizzo sulle priorità di ricerca, di limitate risorse destinate alle attività e dell’elevata frammentazione degli attori e degli ambiti di ricerca.

Le scelte di fondo che guideranno le decisioni in tema di ricerca e sviluppo nel settore dell’energia puntano a superare le criticità sopra evidenziate:

  • Dal punto di vista delle tematiche prioritarie di sviluppo, tenendo anche conto dei programmi europei (SET Plan), per l’Italia si considerano di interesse prioritario:
    • La ricerca sulle tecnologie rinnovabili innovative, in particolare quelle su cui partiamo già da una situazione di forza in cui siamo ben posizionati come Paese, come quelle in ambito solare a concentrazione e dei biocarburanti di seconda generazione.
    • La ricerca sulle reti intelligenti (smart grids), anche per facilitare la generazione distribuita, e sui sistemi di accumulo, anche in ottica di mobilità sostenibile.
    • La ricerca su materiali e soluzioni di efficienza energetica e il loro trasferimento tecnologico.
    • Lo sviluppo di alcuni progettisui metodi di cattura e confinamento della CO2, prevalentemente in un’ottica di partecipazione italiana al programma europeo di azione su questa tecnologia e di possibili azioni di trasferimento tecnologico in aree extra-europee.
  • In termini di risorse a disposizione, sarà importante supportare le attività di ricerca e sviluppo promosse da soggetti privati e pubblici, rafforzando l’entità delle risorse ad accesso competitivo, destinate al partenariato tra università e centri di ricerca. In tale direzione vanno ad esempio le misure diagevolazione fiscale introdotte nel recente DL ‘Sviluppo’, il Fondo Rotativo Kyoto il Fondo per la ricerca di sistema del settore elettrico e il Fondo per lo Sviluppo Tecnologico e Industriale in materia di fonti rinnovabili ed efficienza energetica.
  • Dal punto di vista dell’organizzazione dell’intervento pubblico, sarà necessario superare l’attualesegmentazione delle iniziative affidate ai vari Enti e Ministeri (come anche avviato nella recente Legge di Stabilità).E’ inoltre previsto il riordino dell’ENEA, con l’obiettivo di focalizzare le attività e l’organizzazione dell’ente sulle aree di ricerca prioritarie per la Strategia Energetica del Paese, e razionalizzare le potenziali sovrapposizioni con altri enti pubblici.

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A partire da oggi e per un mese il documento di consultazione pubblica è disponibile sul sito web del Ministero dello Sviluppo Economico con la possibilità di inviare osservazioni e commenti.  In parallelo saranno avviate consultazioni formali con le principali Istituzioni interessate (in particolare le Commissioni Parlamentari competenti) e incontri con parti sociali e associazioni di categoria. Al termine della consultazione verrà svolta una conferenza pubblica per condividere i risultati e tracciare gli elementi del percorso attuativo. Seguirà l’approvazione del documento finale.

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